Giusto Curto

Personaggi

Personaggi che hanno fatto e stanno facendo la storia della cultura e delle tradizioni rovignesi

Personaggi tipici che contribuiscono a farci ricordare il passato e il presente di Rovigno

I Rovignesi di una certa età sanno molto bene chi era Giusto Curto. Ma l'averlo conosciuto non basta, non c'è interlocutore che non abbia un qualcosa da aggiungere di molto personale, che accentua l'esperienza del contatto con il poeta: “Sì lo conoscevo molto bene e mi ricordo che.... e mi ricordo di quando... e mi ricordo di quella volta che mi disse...” A distanza di decenni dalla sua morte è come se il ricordo di Giusto coincidesse con un'emozione. I ricordi sbiadiscono, le emozioni no, anzi con il passare degli anni accentuano la forza evocativa, vivono di vita propria, in una dimensione senza tempo. Al di là dei meriti poetici e letterari in senso più ampio è stata probabilmente la carica emotiva che in modo più o meno conscio ha determinato nei nostri soci fondatori la decisione di intitolare l'associazione alla memoria di Giusto Curto.

Biografia

 Giusto Curto è nato a Rovigno il 3 ottobre 1909 da famiglia contadina al numero 19 della contrada San Martin (ora Vladimir Gortan). Trascorre l'infanzia legato ai ritmi della campagna ma, non appena raggiunta la maggior età, lascia Rovigno e si imbarca sulle navi dei Cosulich con le quali attraverserà tutti gli oceani. Rientrato a Rovigno si dedicherà alla pesca. La scarna biografia annota che: “le difficili condizioni di vita gli consentirono di scoprire le ingiustizie sociali e lo portarono dapprima ad aderire al movimento antifascista e quindi a partecipare alla Lotta popolare di Liberazione, dal 1943 al 1945.”

          Giusto iniziò la sua intensa attività teatrale, come autore, come regista, oltre che come attore e corista. Nell'immediato dopoguerra ma la sua attività pubblica subì una battuta d'arresto nel difficile periodo del confronto Tito-Stalin (la cosiddetta crisi del Cominform). Convinto internazionalista Giusto Curto subì la persecuzione degli agenti dell’UDBA jugoslava. Ebbe la fortuna di venir risparmiato dal calvario dell'Isola Calva (Goli Otok) però dovette sopportare il peso del lavoro coatto nelle cave di bauxite e lungo la ferrovia Lupogliano-Stallie. L'esperienza lo segnerà profondamente visto che, come tanti altri cominformisti rovignesi, fu costretto per anni al silenzio alla morte civile e politica.

          Cominciò a scrivere intorno ai trent'anni e proseguì con ritmo sempre più intenso nel dopoguerra, alternando alla composizione di liriche e di opere teatrali in dialetto rovignese lo studio del folclore, delle tradizioni popolari della sua città. Ha partecipato molte volte ai concorsi d'arte e di cultura “Istria Nobilissima”, vincendo il primo premio per la poesia nel 1973, nel 1974 e nel 1976 e per il teatro nel 1973, nel 1977 e nel 1982. Curto ha vinto nel 1975 e nel 1983 il primo premio nel concorso “Poesia in Piazza” di Muggia; e ha ottenuto ampi riconoscimenti per la sua attività poetica in dialetto rovignese a Grado, a Venezia, a Verona, a Fiume, a Zagabria e a Belgrado.

Buona parte della sua opera poetica è stata pubblicata nell' Antologia delle opere premiate al concorso Istria Nobilissima e sulle pagine della rivista La Battana. Nel 1983 viene pubblicata la raccolta di poesie Meingule insanbrade nell'ambito della Biblioteca istriana edita dall' Unione Italiana e dall' Università popolare di Trieste.

          Giusto Curto è morto nella sua città il 31 maggio 1988. 

Lo scrittore

L'immagine che da sola riesce a restituirci il personaggio e le emozioni che egli continua a suscitare è molto semplice: Giusto seduto al tavolino del caffè, con il suo cappello, gli occhiali e l'inseparabile penna attaccata al foglio bianco che si riempie a poco a poco di versi, di ricordi, immagini, battute. L'atteggiamento del poeta che scrive assomiglia a quello del pittore che dipinge: ambedue ritraggono l'isola che non c'è. Così la gente gli passava accanto e accennando un saluto diceva: Giusto sta scrivendo. Egli scriveva all'aria aperta, en plein air, come un impressionista dell'ottocento, calato nella città che seguiva i suoi ritmi quotidiani. Quando distoglieva lo sguardo dal foglio ti chiamava e ti leggeva quello che aveva appena scritto, abbozzato, con generosità e passione. Così ti faceva partecipe della melodiosità della sua lingua arcaica che lui modellava con impareggiabili modulazioni della voce bassa e rauca, simile a quella di un vecchio alchimista, o meglio, di un cantastorie greco.

Il teatro

I personaggi delle sue commedie (e ne ha scritte tante) esprimevano in modo plastico la predisposizione di chi, reduce da un lungo viaggio, ritrova la strada di casa. Ad ogni nuova rappresentazione al teatro Gandusio dei suoi “folclori” avevi la sensazione che Giusto ti avesse chiamato per prenderti la mano e riportarti alla città che anche tu avevi visto ma che avevi dimenticato o perso nel cammino. I suoi lavori teatrali vengono erroneamente definiti bozzetti folcloristici, hanno invece il respiro della commedia. Scrive Bruno Maier: “Indubbiamente per lui tutta la realtà si riduce a Rovigno; ma occorre soggiungere che nella città istriana si riflette il mondo intero, nella sua eterna vicenda di nascite, di casi lieti e tristi, di lavoro, d'amore, di morte...”

          Vorremmo dire, senza mezzi termini: se perdi la poesia di Giusto perdi la città. L'uomo è ritornato alla sua isola e ci ha lasciato i suoi scritti e noi, nati in riva al mare sappiamo o dovremmo sapere che ogni isola ha il suo approdo e per ogni maltempo un fazzoletto di bonaccia.

Associazione Artistico Culturale Giusto Curto

Another Project By: Marketing:Start! Treviso
Privacy Policy

Riva Aldo Rismondo, 19 - Rovigno
Tel. +39 335 5202432 - +385 915 822920 - +385 52811147
Email: giusto@giustocurto.com
Facebook